domenica 6 novembre 2011

BIENNALE ARTE 2011 (Giardini, Corderie dell'Arsenale, Venezia, ottobre 2011)



La sensazione nel girare per i giardini e l'arsenale è sicuramente la noia.
Una noia che sembra aleggiare in quasi tutti i padiglioni, negli artisti, nello staff, nei muri, nelle opere.
In particolare all'arsenale. credo la peggiore in questi ultimi venti anni di biennale di ogni tipo che ho visto.
Molti artisti sembrano persi in paranoie concettuali ferme a qualche anno addietro. Rimpiango le care rassicuranti Biennali zeppe di videoinstallazioni.
Alcuni leitmotiv si rincorrono nei vari spazi:
- molti artisti utilizzano darkroom per esaltare/isolare le loro opere/idee, zone oscure impraticabili dove è più facile inciampare che stupirsi;
- il citazionismo di artisti del passato, o interi padiglioni dedicati a movimenti del passato;
- insopportabili istallazioni dove bisogna stare in fila, in coda, aspettare ... Biennale Vs Gardaland.
- gli allestimenti davvero pressapochisti, tanto per fare un esempio le opere super colorate di Katharina Fritsch (vi ricordate gli enormi ratti neri di qualche anno fa alla Biennale? da poco il Kunsthaus di zurigo gli ha dedicato una retrospettiva) "abbandonate" in un angolo alla fine dei giardini dell'arsenale, quasi in attesa del passaggio della nettezza urbana ...
mi sorgono alcune domande:
- ma valeva la pena sistemare tre Tintoretto nella sala principale in questa Biennale? (con in sottofondo le guardie che continuano a urlare: NO FOTO IN QUESTA SALA! NO PHOTOS HERE!)
- aveva proprio bisogno Fabrizio Plessi di esibire un'ennesima variazione del Mare verticale in una costosissima istallazione?
- era proprio necessario il Museo della mafia? l'obiettivo è stato raggiunto o ha  creato una specie di spettacolarizzazione della mafia?
- la parte più inguardabile è il Padiglione Italia dove l'accozzaglia stile mostra nella palestra della sagra del paese, con centinaia di opere di ogni tipo affastellate in ogni angolo non danno un minimo respiro ne a qualche idea o artista originale ne alle centinaia di porcherie esposte ... era proprio necessario? o è voluta per rappresentare il peggio e soffiare sul fuoco dell'ancora peggio dell'arte in questo momento? (i ritratti di Sgarbi e Berlusconi dall'alto in buona posizione, osservano e sorridono)
- meglio spingere l'acceleratore e passarci sopra con uno schiacciasassi?
Alla fine chi salvare?
Boltansky nel Padiglione francese con tutto il macchinario, pellicole, bobine, che casualmente producono nuove identità scegliendo tra migliaia di foto ... mentre un timer conta i morti e un altro conta le nascite;
Il padiglione Stati Uniti con Allora & Calzadilla. Con le loro provocazioni insinuano una fredda ironia su un'America pronta a tutto per dimostrarsi colta, potente, disposta a tutto ... tra sculture annerite nel lettino solare, lettini vintage da Business Class di aerei, tank rovesciato con tapis roulant, organo con  bancomat annesso e altro.
Il padiglione Ungheria con Hajnal Németh che tra un'auto distrutta, video, spartiti, crea un'opera lirica sugli incidenti stradali ... molto Ballard in Crash.