sabato 21 aprile 2012

OFF SHORE, JENNIFER ROSA - Teatrino Groggia, Venezia, 20 aprile 2012






Una location particolare: un antico magazzino trasformato in teatro all'interno del giardino di Villa Groggia. 5 performer, 5 quadrati segnati a terra, due pareti con dei fogli appesi, un computer ... tutto il pubblico attorno.
La matrice emozionale scandita da numeri, viene casualmente editata da un computer, i performer si esibiscono nei quadrati segnati a terra, circondati dal pubblico che può girare, spostarsi, osservare, anche uscire, per rientrare e trovarsi di fronte ad una diversa casuale composizione.
In modo ipnotico i performer scrutano i partecipanti cercando un contatto visivo per riversare una esperienza, ricercare un "confronto", una relazione al di fuori degli schemi prestabiliti dalla matrice, e dal continuo andiriveni curioso degli spettatori.
Davvero brave, intense nel generare frammenti interiori, ... una ricerca che accenna sessioni intime, psicotiche, rituali vissuti, trasfigurate in stereotipie grafiche.
L’esperienza vissuta viene poi “scaricata” sui dei fogli appesi ai muri. I performer disegnano ad occhi chiusi il proprio corpo. Un momento molto toccante, i sorprendenti disegni appesi diventano opere difficilmente catalogabili.
Bravi tutti!!

martedì 3 aprile 2012

MARINA ABRAMOVIC, THE ABRAMOVIC METHOD - PAC, Milano, 2 aprile 2012




Partecipare alla performance di Marina Abramovic, o meglio al suo The Abramovic Method, ha in se qualcosa di nuovo ma contemporaneamente anche di vecchio  … l'idea in se di fare diventare lo spettatore opera d'arte, esporlo al pubblico, visionarlo, scrutarlo attraverso lenti e binocoli, è stimolante ed interessante ... ma forse non innovativo.
Ma andiamo per ordine, "l'opera" a mio parere inizia dal momento in cui si prenota al telefono, bisogna scegliere un orario, pagare, far parte di un gruppo di circa 20 persone.
Arrivati un quarto d'ora prima della performance, le assistenti in camicie bianco ci hanno fatto firmare un contratto con l'artista, altri inevitabili documenti sulla privacy ... mancava a mio parere un documento sulla responsabilità nel caso una persona avesse problemi respiratori, epilessia, o qualche mancamento durante le due ore di performance ... le cavie vengono omaggiate di un video di Marina che racconta l'Abramovic Method, e del perché, la sua ricerca dal body art è passata a questa “nuova” esperienza ... ci racconta che è importante il contratto in quanto firmiamo e rendiamo disponibili due ore della nostra vita per l'artista e lei ci ricambierà con "la conoscenza".
Indossati i camici, tolti eventuali metalli dal corpo, fatti un po’ di esercizi di respirazione, riscaldamento, attivazione di energia varia, aperture di orifizi degni di qualche clinica ayurvedica indiana, le assistenti mettono ogni persona direttamente a contatto con le opere non prima di aver indossato delle cuffie altamente isolanti, in una turnazione di tre sessioni: seduti, in piedi, sdraiati.
La mia esperienza con le tre sessioni è stata piuttosto diversa, troppi stimoli intorno (il pubblico, telecamere, binocoli, rumori) ... una specie di training autogeno indotto dall'esterno e ... forse nell'aspettativa dell'artista, dai materiali naturali che compongono le opere (legno, minerali, metalli ...). Comunque è stato interessante, non tanto per le “sensazioni” che ognuno anela a percepire (la scelta dei minerali che dovrebbero “caricare” di sensazioni il corpo umano, sa tanto di new age fuori tempo massimo), ma per il fatto di essere scrutato dal pubblico, una specie di cavia in un contesto artistico … una esposizione a livello emotivo a cui non sono abituato e che ho vissuto come sfida personale.
Relax? ansia? paura? ... oppure esibizionismo, una nuova forma di condivisione artistica altamente amata dai fans che accorrono, prenotano, spendono, si lasciano cullare dalla voce di Marina che rassicura e alimenta aspettative esperienziali di alto livello ... ogni partecipante alla fine delle tre faticose esperienze, mentre qualcuno piange, qualcuno ride, chi viene svegliato nella sezione dei lettini, deve scrivere su di un notes le proprie impressioni, e poi lasciare il tutto a disposizione dell'artista.
La mostra si conclude nelle sale superiori con alcune immagini, video, (molto spazio è dedicato alla performance di New York) interviste di Marina negli anni più recenti ... mancano a mio avviso alcuni video degli anni 70' che ricordassero le sue ricerche e la sua idea di body-art in quegli anni, in quel periodo, prima di arrivare alle ultime esperienze ... tutti recuperabili nella sezione video del Centre Pompidou di Parigi.
Intanto il turno successivo di altre 20 persone si sta preparando per la performance … tocca a noi ora l’esperienza voieristica di osservare gli altri.