3 donne, 3 età, 3 abiti glamour
dal lungo strascico. Feticcio ambito dalle donne, ma qui come dei serpenti si
snodano tra le stanze sfiorando il pubblico.
Le donne si avvicinano, si allontanano, si
incontrano con gli sguardi e scrutano il pubblico. La giovinezza fiera e
spavalda sfida la mezza età, le gira attorno e la abbandona, mentre questa,
danza divisa da un vetro con l’età più avanzata … oramai rinchiusa ma
inevitabilmente vicina …
Entrano ed escono dalle stanze,
agiscono sugli spazi mentre il pubblico è costretto a destreggiarsi tra lo
strascico-serpe e la scelta di chi seguire … quale età abbandonare o rimanerne
affascinati?
Come all’inizio così alla fine le
tre donne si riuniscono in una danza canoviana tridimensionale di grande
impatto. Danza fatta di gesti, di mani che vedono e occhi che sentono. Mentre un tappeto sonoro mai invadente di
liquida musica elettronica, rende gli spazi del palazzo un non-luogo, quasi un
vecchio set televisivo de Il Segno del Comando.
Le tre bravissime interpreti
sembrano uscire da un racconto di Cunningham,
affascinanti, seducenti, da sapienti vestali governano i costumi con matematica
maestria, instaurano un contatto visivo con il pubblico, stregando con le
prodezze a pochi centimetri di distanza.
Tutte bravissime, intense, e
soprattutto grandi nel gestire una location davvero difficile per il troppo
pubblico, gli spazi, i costumi.
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