… siamo bombardati continuamente,
in ogni momento, in ogni dove, costantemente, da stimoli visivi, da computer, display,
video, suoni, immagini sempre più sofisticate, sempre più ammalianti …
Carsten Nicolai azzera tutto, pone
lo spettatore al buio, in uno spazio composto da una lunga panca, uno schermo
lungo quasi 40 metri, specchi che riflettono e dilatano le immagini, suoni.
Tutto questo per collocarci/concentrarci in un contesto di attenzione e
percezione di fronte agli stimoli che Carsten proietta sullo schermo, piccole
variazioni digitali, correlate da suoni minimal, effetti sonori che suggerisco,
sottolineano le frequenze visive, le idee tecnologiche che appaiono, si
ripetono sullo schermo, e ritornano nell’ “archivio” generando un altro nuovo
percorso visivo.
Molto interessante l’interazione
tra lo spazio enorme dell’Hangar, gli spettatori che si siedono, rimangono
ipnotizzati, si alzano, girano, fotografano, il “silenzio” generato dallo
stupore e dalla bellezza di alcune immagini incredibilmente semplici … ma in
realtà frutto di studi e ricerche da parte dell’artista.
Grande attenzione
all’allestimento tecnico: lo schermo, l’audio, la proiezione … per una
esperienza davvero particolare. Personale e collettiva, contemporaneamente.
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