“Dobbiamo fare di Vogue un Louvre” disse
Edward Steichen, uno dei primi grandissimi fotografi di Vogue, alla
caporedattrice di Vogue America, Edna Woodman Chase negli anni 20’.
Alla mostra del Forma ci troviamo di
fronte a 200 scatti realizzati fin dai primi numeri di Vogue, dalle successive
edizioni internazionali, o nelle numerose riviste delle edizioni Conde Nast in
100 anni di storia: Vogue, Men’s Vogue, Teen Vogue, Lei, Pop, GQ, e tantissime
altre dagli archivi di New York, Parigi, Londra, Milano.
La lista dei fotografi è lunghissima:
Diane Arbus, Cecil Beaton, Guy Bourdin, Peter Lindbergh, Man Ray, Ugo Mulas, Helmut
Newton, Irving Penn, Terry Richardson, Herb Ritts, Paolo Roversi, Franco
Rubartelli, Satoshi Saïkusa, Sølve Sundsbø, Mario Testino, Bruce Weber e
tanti tanti altri.
Un vorticoso giro attraverso gli
anni, i decenni.
Le foto non ci parlano solo di moda,
di arte, ma anche del periodo storico, sociale. Gli anni 50’ glamour, i 60’
spensierati, i 70’ impegnati, gli anni 80’ dove il corpo diventa protagonista e
le top model diventano star. Le prime foto di Linda Evangelista, Kate Moss, e
tutte le più osannate di quel particolare periodo.
L’idea della curatrice Nathalie
Herschdorfer, è quella di ripercorrere l’evoluzione della fotografia di moda
dalle sue origini sino ad oggi, ricordando non solo i fotografi ma anche chi
lavora dietro al set per creare scatti indimenticabili: redattori, modelle,
stylist, truccatori e parrucchieri … gli abiti! Le modelle! Partendo da questo
presupposto, nelle didascalie delle foto selezionate andavano messi anche i
nomi delle persone che avevano contribuito a quelle foto, e nella maggiore di
queste non si menzionano i nomi degli stilisti degli abiti, ma solo le modelle.
Forse una mostra non completamente
riuscita fin dal titolo: Fashion. Un po’ riduttivo se di arte si tratta.
Inoltre: selezionare dagli archivi delle città della moda le foto di oltre 100
anni, di una infinità di fotografi, di tantissime riviste della Conde Nast,
francamente un’operazione un po’ temeraria.
Perché non selezionare un periodo
delle pubblicazioni Conde Nast? O un decennio (che ne so gli anni 80’) O una
rivista specifica?
Alla fine del percorso mi rimane
l’amaro in bocca, troppo poco per tanto splendore. Ma soprattutto non vedo
l’ora di tornare a casa e prendere in mano i numeri di Vouge, L’uomo Vouge,
Vanity e altri che dagli anni 70’ colleziono e sfogliarli consapevole del mio
piccolo Louvre casalingo.