… mentre aspettiamo di entrare,
Len Faki ci passa accanto trasportando
il suo carico di musica, mangiando una banana …
Sono le 5 e la luce del giorno
rischiara la fila chilometrica fuori dall’entrata del Berghain, varchiamo la soglia
dopo un accenno di assenso di Sven Marquardt, giusto in tempo per l’inizio
della session di Len Faki alla consolle.
Un inizio travolgente,
apocalittico, con il popolo che lo acclama e il suono che diventa ossessivo.
Un muro sonoro difficile da
dimenticare, con piccole variazione evocative ed effetti ricercati. Ma va oltre
con interferenze e distorsioni senza
fine con i toni che si fanno sempre più
profondi e tellurici.
Pochi ed efficaci effetti luce
per un’estraniazione totale
Il rito si compie, la gente alza
le braccia, urla, lui ripaga con inarrestabili ritmi dai bpm trascinanti.
Giusto per riossigenarci,
facciamo un salto al Panorama bar dove la musica è più “tranquilla”.
Dalle vetrate della zona
fumatori, il sole è già alto e Berlino è già in movimento.
Sono le 07.30 e Len Faki stà
ancora suonando.
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