La prima delle tre esposizioni al
Musée d’art contemporain di Lione è dedicata a Latifa Echakhch. Nelle prime sale le grandi tele rotonde che
sembrano delle pupille scrutano gli spettatori che si aggirano tra le idee un
po’ “retrò” di questa artista. Sassi, carte da gioco, specchi vintage coperti
da foulard, cappelli sparsi a terra con elegante casualità … interessante
questa prima parte per gli elementi usati e per il gioco tra passato e
presente, scoprire-coprire indagando le potenzialità della propria identità
nello scorrere del tempo … la seconda parte lascia a desiderare: dei
tristissimi aquiloni sghembi, delle foto che sembrano rubate da A Zed & Two
Noughts di Greenaway. Tutto già visto e già assimilato.
Nel piano successivo l’artista Huang
Yong Ping ci accompagna in un percorso impertinente amalgamando religioni,
feticci: un modello ligneo della Basilica di San Pietro con all’interno un mulinello
per la preghiera tibetano; un dragone con la bocca aperta che si mangia un
Cristo crocifisso issato su un esca da immagini Buddiste. Al muro una pergamena
srotolata e dipinta con figure sacre mescolate a immagini rurali, scheletri e
oggetti contemporanei. Poco dopo una stanza con delle lavatrici inzozzate da
carta macinata e i muri spruzzati dello stesso materiale per lavaggi intensi di
coscienze macchiate.
Il percorso prosegue con statue di
divinità cinesi imballate, incellofanate, impacchettate, pronte per essere
spedite o immagazzinate. Uno scolabottiglie enorme con decine di braccia Buddha
(un rimando a Duchamp’s).
Alla fine del percorso un elefante a
terra con le zanne spezzate davanti ad un piccolo shop stracolmo di souvenir
cinesi … poco più in la un cagnolino con in un bocca un infradito, unico
reperto umano di un’inevitabile tsunami globale senza possibilità di salvezza.
Semplicemente geniale!
Ultimo piano, ultimo artista: Gustav
Metzger: il suo Manifesto di arte auto-distruttiva viene esposto tramite i
primi manifesti dell’artista, un video sulle performance e nella parte finale
nel buio totale l’istallazione definita auto-creativa: 7 pannelli dove vengono
proiettati dei cristalli liquidi polarizzati, riscaldati e raffreddati dai
proiettori in un continuo casuale film lisergico. Consigliati i comodi sacchi
imbottiti per stendersi e rilassarsi.
Nessun commento:
Posta un commento