Davvero sorprendente e curiosa mostra
di due collezionisti che negli anni, in una forma di accumulo che lambisce i
souvenir con l’amore per il design e l’etno, hanno creato una raccolta di incredibili
oggetti dei più svariati materiali e provenienze.
Toys d’autore si mescolano a maschere
africane, a mobili giapponesi, oggetti di design di uso quotidiano, graffiti, arazzi,
carte stampate, tappeti, fotografie, animali impagliati e tanto altro in un
tripudio di arte personale, casalinga, lontana dai musei e a sua volta
creativa, viva, inventiva. Gli oggetti comunicano tra loro in un questo caos
culturale che sembra rappresentare in poche stanze il mondo attuale, nell’impossibilità
di salvare tutto e tutti, ma trattenere solo il bello.
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