lunedì 12 dicembre 2011

RICCI/FORTE, Macadamia Nut Brittle (Lugano, 10 Novembre 2011)



Una signora ben vestita e infastidita, esce dallo spettacolo e sussurra all’amica: “che schifo! … troppi nudi …”
Se distoglieva gli occhi dai genitali e guardava altro, se avesse tenute ben aperte le orecchie, soprattutto ripulite dall’ipocrisia, avrebbe ascoltato le parole, i bellissimi testi, scaturire in forma di urla, lacrime, sputi e altro, dagli eccezionali attori di questa compagnia.
Scuoiati come conigli, picchiati ma innamorati, starlette senza ritorno, adolescenti in un mondo mercificato e marcescente, senza identità se non quella altrui.
La realtà è li sul palco, quotidiana, travestita di simbologie che sono diventate pedagogiche attraverso riti televisivi, rassicuranti serial tv, strumenti tecnologici che riscaldano il cuore, collegamenti virtuali, stratificazioni sub culturali.
Porno set casalinghi da ripetere all’infinito, esperti in cultura televisiva ed inesperti nella vita … come i ragazzi dei racconti di Dennis Cooper, qui i protagonisti non hanno via di scampo, nel palco-dimensione si costruisce la propria architettura-riparo in cui dormire sereni, capanne prestampate, tende da campeggio in offerta al centro commerciale riscaldate da una torcia, mentre fuori rimangono le briciole e la fragranza dei  rassicuranti muffin ben distesi in modo quasi autistico e poi distrutti calpestati scagliati contro il pubblico.
Illusione VS Salvezza
Non  ci è stato insegnato come affrontare le situazioni della vita, per imitazione per recitazione per disperazione per riflesso catodico … viviamo
Tutti protagonisti, tutti vittime sacrificali per pochi secondi, per tutta la vita

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